GAYLIB ITALIA: CONFERENZA THE UNTITLED QUEER ART PROJECT
17 Giugno Casa dei Diritti Milano | QueeResistenza
Mostra Internazionale di Arte Queer contro l’Omotransfobia di Stato
Milano, 17 giugno 2023 – Il mondo è diviso tra chi sui diritti civili avanza e chi retrocede. L’intento della mostra GayLib 2023 è volto a mettere in luce alcune delle situazioni LGBTQ+ più critiche. In occasione del Milano Pride 2023, e come naturale prosecuzione della mostra organizzata nel 2022, l’Associazione GayLib Italia organizza fino al 18 giugno una mostra di arte queer che ha per protagonisti artisti LGBTQ+ internazionali, provenienti da paesi caratterizzati da una dichiarata omotransfobia di Stato. L’evento di quest’anno ospita artisti iraniani, russi e ugandesi.
“In Russia, a causa delle leggi del Presidente Putin, l’omofobia si è sviluppata sempre di più. Le persone LGBTQ+ in Russia sono dichiarate nemici del Paese” – spiega Lev Nikitin, artista russo, con un video silenzioso per simboleggiare l’assenza di voce della comunità LGBTQ+ nel suo paese – “Nuove leggi ci costringono a nasconderci e questo danneggia soprattutto i più giovani che non sanno a chi rivolgersi”, continua Nikitin, “L’omosessualità è equiparata alla pedofilia e il femminismo è equiparato all’estremismo e al terrorismo, così come l’azione delle Associazioni LGBTQ+. L’omofobia dichiarata promossa dallo Stato ha conseguenze terribili, le strutture militari e di sicurezza torturano e abusano delle persone LGBTQ+. La Cecenia, ha dichiarato guerra aperta alla comunità. Queste persone vengono uccise”, e conclude, “E’ molto importante per me essere in Italia. Voglio ricordare al pubblico europeo e italiano che i crimini a sfondo omofobico non sono poi così lontani”.
Si apre così la conferenza di presentazione della mostra GayLib, con un messaggio crudo e forte, portato in prima persona dall’artista russo, presente alla conferenza. Ad accompagnarlo, Maria Mikaelyan, rappresentante dell’Associazione Russi Liberi, che dal 2021 organizza manifestazioni pacifiche a Milano contro il regime di Putin, per la liberazione dei prigionieri politici in Russia e a favore della vittoria dell’Ucraina. Maria Mikaelyan si è inoltre occupata del testo critico della mostra, con la descrizione delle opere esposte e del filo conduttore che le lega. “Questo progetto va oltre le tematiche LGBTQ+ e racconta le vicende delle persone che scappano in cerca di rifugio. Milano sta vivendo questa fuga attraverso i numerosi profughi arrivati in città, sia dall’Ucraina sia dalla Russia. Gli ucraini vivono la minaccia bellica e i russi un regime dittatoriale che perseguita e annienta qualsiasi manifestazione di libertà politica, artistica e sessuale”.
La conferenza prosegue con la rappresentanza iraniana e con l’intervento di Rayhane Tabrizi, Presidente dell’Associazione iraniana Maanà, da lei fondata nel settembre 2022, in seguito all’uccisione di Mahsa Amini da parte del Regime di Teheran perché il suo velo era fuori posto e non copriva i capelli. L’attivista ci confessa “Mi sono presentata senza maschera, in prima linea, con il mio nome. So che è rischioso ma quello che sta succedendo in Iran è un cambiamento radicale, perché la nuova generazione non vuole più il regime teocratico, una rivoluzione partita dalle donne, ma che ha coinvolto anche gli uomini. Insieme, uniti, siamo riusciti a far sentire la nostra voce”. La situazione in Iran per le persone LGBTQ+ è critica. Sono previste reclusione o fustigazione, se non la pena di morte. Nonostante la legge iraniana non preveda la pena capitale per chi abbia commesso un reato in un’età inferiore ai 14 anni e mezzo, l’Iran è l’unico paese al mondo a condannare a morte coloro che erano minorenni all’epoca del reato. Segue l’intervento di Elena Bahar, artista iraniana che parla del manifesto degli attivist* della comunità LGBTIAQ+ dell’Iran e dell’Afghanistan e delle attiviste queer transfemministe. Introduce inoltre l’enorme tappeto appeso nella sala conferenze, intitolato “Tappeto magico volante per la libertà”, che riporta i nomi degli attivisti caduti nelle lotte di liberazione e in onore delle proprie rivendicazioni. Opera che nasce da un’ondata di protesta spontanea all’interno dell’Iran, nota come “Rainbow Wave“.
La conferenza si chiude con il messaggio di Federica Valcauda, Segretaria dell’Associazione Enzo Tortora – Radicali Milano, “Mostre di questo tipo vanno sostenute, in quanto danno la misura della negazione dei diritti che persiste su molti paesi. Viviamo in un mondo in cui anche paesi democratici chiedono reati universali, l’arte più di tutto ci avvicina ai diritti universali che ogni persona deve chiedere per rispetto del proprio corpo e della propria libertà. Arte e politica si incontrano, andando alla radice. Non potrebbe essere meglio”.
Esposte alla mostra anche le opere degli artisti del gruppo EAVA – East Africa Visual Artists, che si concentrano su diversità e inclusione universale, senza pregiudizi o discriminazioni di qualsiasi genere e che domani proietteranno un documentario sull’attivista trans Masaba Jude.
Il gruppo artistico italiano Plurale racconta invece le problematiche della Generazione Z, alla quale appartengono i suoi membri Giulio Ancona, Leonardo Avesani e Chiara Ventura. Il collettivo italiano guidato da Rooy Charlie Lana e Giulia Zulian inserisce invece il corpo all’interno del contesto urbano, a simboleggiare una coppia di intrusi, forse profughi anche loro.
Presente alla mostra il Presidente di GayLib Italia, Luca Maggioni, “Lo scorso anno abbiamo dato voce agli artisti Ucraini, sia per sostenerli nella lotta di difesa della loro nazione, sia per portare la nostra solidarietà e vicinanza ad una comunità che quotidianamente è in lotta per la difesa dei propri diritti. Quest’anno abbiamo voluto allargare il campo e portare all’attenzione di chi parteciperà al Pride di Milano, altre realtà: quella russa, che ha lo stesso avversario di quella ucraina, quella iraniana, che lotta per i diritti di genere su tutti i fronti, donne e persone LGBTQ+, e quella africana, continente in cui esistono nazioni che hanno la pena di morte per le persone omoaffettive”, spiega Maggioni, “dare visibilità a queste realtà, che vivono nel costante terrore, è un dovere per chi come noi vive in una nazione in cui i diritti non sono purtroppo pieni e sicuri, ma almeno l’amare una persona dello stesso sesso non è reato.” E conclude: “Intendo ringraziare il nostro Consigliere Nicola Bertoglio, per il lavoro di ricerca e di coordinamento degli artisti e delle comunità che sono presenti a questa mostra”.
In risposta, il curatore della mostra Nicola Bertoglio, Consigliere di GayLib Italia, afferma “La Russia di Putin e l’Iran degli Ayatollah sono in guerra contro le comunità LGBTQ+ prima ancora che contro ogni altro nemico. Una guerra atavica che la comunità LGBTQ+, forte della sua natura transnazionale, combatte senza armi ma con la forza dei propri corpi, delle proprie soggettività, delle proprie ferite e dei propri martiri”, continua Bertoglio, “storie dentro la storia di esseri umani senza altri aggettivi che da secoli, e in qualche caso da sempre, resistono e lottano per la loro stessa esistenza. Questo il valore più forte, drammatico ma luminosissimo di questo progetto artistico senza titolo che però potrebbe essere la sintesi, e al tempo stesso l’espansione, di quel concetto che abbiamo visto sfilare nei Pride italiani: QueeResistenza, ovvero QueerEsistenza”.
Artisti partecipanti:
Iran
Elena Bahar @elena.bahar
Abby Masoumi @abbymasoumi
Matin
Nima Nia
Russia
Julia Belova
Anton Boginya @anton_boginya
Lev Nikitin
Angel Ulyanov @angel_ulyanov
Uganda
Vincent Kyabayinze @vincentkyabayinze
East Africa Visual Artists @eavaartists
Italia
Plurale @_plurale
Rooy Charlie Lana @rooycharlie
Per maggiori informazioni:
Silvia Sofia Siliprandi
Coordinatrice Nazionale GayLib Italia
338-4753629
coordinamento@gaylibitalia.it
Nicola Bertoglio
Consigliere GayLib Italia e curatore della mostra
366-3958969
GayLib è un’associazione italiana di orientamento liberale, che raggruppa persone LGBT+, nata nel 1997 a Milano su iniziativa di Enrico Oliari, Alessandro Gobbetti e Marco Volante. GayLib opera per il riconoscimento e la tutela dei diritti civili delle persone LGBT+ e delle coppie omoaffettive. GayLib è stata l’Associazione promotrice dell’Oscad (Osservatorio contro gli atti discriminatori), proposta al Capo della Polizia e al Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri e istituita nel giugno del 2010. L’idea alla base della nascita del movimento era quella di sensibilizzare i partiti di centrodestra sulle tematiche dei diritti civili delle persone omoaffettive.